TOM WESSELMANN




IL PITTORE STATUNITENSE TOM WESSELMANN, UNO DEI MAESTRI STORICI DELLA POP ART, È MORTO IN UN OSPEDALE DI NEW YORK ALL’ETÀ DI 73 ANNI, A CAUSA DI UNA COMPLICAZIONE SEGUITA A UN’OPERAZIONE CARDIACA. NE HA DATO NOTIZIA LA MOGLIE CLAIRE. INSIEME AD ANDY WARHOL, ROY LICHTENSTEIN, CLAES OLDENBURG, JAMES ROSENQUIST E JIM DINE, WESSELMANN È STATO UNO DEGLI ARTISTI STATUNITENSI CHE HANNO SEGNATO LA STORIA DELLA POP ART. DEL MOVIMENTO, È CONSIDERATO L’ARTISTA PIÙ ELEGANTE, IN UN CERTO SENSO IL PIÙ EUROPEO.

DEFINIZIONE CHE EGLI NON HA MAI NEGATO: “NESSUN ARTISTA PUÒ LAVORARE IGNORANDO GLI EFFETTI DELLA STORIA DELL’ARTE, E PER LA MAGGIOR PARTE DI NOI QUELLA STORIA È EUROPEA”, DISSE A UN GIORNALISTA IN OCCASIONE DELLA MOSTRA TENUTA UN ANNO FA A VENEZIA.

MENTRE INVECE RIFIUTAVA DI ESSERE INQUADRATO RIGIDAMENTE NELLA POP-ART: “PER QUANTO RIGUARDA LA POP ART, DEVO DIRE CHE QUESTO TERMINE NON MI È MAI PIACIUTO. NON MI APPARTIENE. COME HO RICORDATO PRIMA, SONO UN PITTORE FIGURATIVO NELLA LUNGA SCIA EVOLUTIVA DELL’ARTE FIGURATIVA. NON C’È ALCUNA DEFINIZIONE “POP” CHE POSSA SPIEGARE LA MIA ARTE. CIÒ CHE VEDI È, SEMPLICEMENTE, CIÒ CHE VEDI”, SI LEGGE IN UNA SUA INTERVISTA.

I SUOI QUADRI SONO ESPOSTI NEI PRINCIPALI MUSEI DI ARTE CONTEMPORANEA DEL MONDO INTERO. WESSELMANN È PARTICOLARMENTE CONOSCIUTO ANCHE IN ITALIA. L’ULTIMA MOSTRA ITALIANA DELL’ARTISTA SI È TENUTA L’ANNO SCORSO A VENEZIA, NELLA GALLERIA FLORA BIGAI. WESSELMANN VI ESPOSE ALCUNI SUOI GRANDI ‘NUDI’, LE OPERE CHE LO HANNO RESO FAMOSO, MA ANCHE OPERE RECENTISSIME, FATTE DI LASTRE DI ALLUMINIO RITAGLIATE E QUINDI DIPINTE.

NATO A CINCINNATI NEL 1931, QUINDI PIÙ GIOVANE DI QUALCHE ANNO DI RAUSCHENBERG, JONES E WARHOL, TOM WESSELMANN FU TRA I PRIMI ARTISTI DELLA POP ART AD AVERE SUCCESSO. GIÀ NEL 1960 EGLI SI IMPOSE CON I GRANDI NUDI CHE, COME HA SCRITTO LUCY LIPPARD, “FONDONO GLI ARABESCHI E LA BRILLANTEZZA CROMATICA DI MATISSE CON LA LINEA SINUOSA DI MODIGLIONI E CON LA STRUTTURA RIGOROSA DI MONDRIAN”.

LA PRIMA MOSTRA DEI “GREAT AMERICAN NUDES” RISALE AL 1961 A NEW YORK. LA CRITICA RICONOBBE SUBITO LA SUA MANIERA TUTTA AMERICANA DI RAPPRESENTARE SINTETICAMENTE FIGURE ED OGGETTI DELLA VITA QUOTIDIANA E, NEL CONTEMPO, SALUTÒ LA TRASMISSIONE DI UNA GLORIOSA CULTURA EUROPEA. GIÀ ALLORA UN CRITICO DEL CALIBRO DI RUBLOWSKY PARLÒ DI WESSELMANN COME DI UN “ARTISTA CLASSICO” PER L’ATTENZIONE POSTA AI PROBLEMI DELLO SPAZIO E DELLA SOLIDITÀ COMPOSITIVA. DAGLI ANNI SESSANTA AD OGGI WESSELMANN È RIMASTO SEMPRE FEDELE A QUELLA SU “LINEA”, MA CON INTERESSANTI VARIANTI.

NEGLI ANNI SETTANTA DIEDE INIZIO ANCHE ALLA SERIE DELLE “STILL LIFE”, LE NATURE MORTE TIPICAMENTE AMERICANE COSTRUITE, SEMPRE A CAMPITURE PIATTE E GIUSTAPPOSIZIONI DI COLORE, SULLA BASE DI OGGETTI COMUNI DELLA VITA AMERICANA: SCATOLE DI BIRRA, APPARECCHI RADIO, BOTTIGLIETTE DI BIBITE, PACCHETTI DI SIGARETTE, FINTE FACCIATE DI EDIFICI. SPESSO LE IMMAGINI SONO APPLICATE, COME UN COLLAGE, SU INTELAIATURE.

SEGUIRONO POI GLI “SMOKERS”, GIGANTESCHE LABBRA FEMMINILI DA CUI PENDONO SIGARETTE ACCESE E FUMANTI. DAL 1985 L’ARTISTA USÒ IL LASER PER INCIDERE I SUOI DISEGNI SU LASTRE DI ALLUMINIO TAGLIATE E LAVORATE CON FILIGRANE COLORATE.

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